Operazione Junction City parte della guerra del Vietnam | |||
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Soldati e mezzi corazzati M-113 della 25ª Divisione fanteria impegnati in una missione search and destroy | |||
Data | 28 febbraio - 14 maggio 1967 | ||
Luogo | Tay Ninh, Vietnam del Sud | ||
Esito | Vittoria tattica americana, fallimento strategico | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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L'operazione Junction City fu una delle più grandi operazioni offensive di "individuazione e distruzione" (Search and Destroy) effettuata dalle forze americane, in cooperazione con reparti dell'esercito sud-vietnamita, durante la guerra del Vietnam; la vasta offensiva combinata, condotta sotto la direzione della II Field Force, Vietnam, responsabile delle operazioni nella III e nella IV Regione militare del Vietnam del Sud, prevedeva di attaccare le forze Vietcong presenti nella cosiddetta Zona di guerra C, nella provincia di Tay Ninh, a nord-ovest di Saigon.
Rapporti dell'intelligence americana localizzavano in questa area il fantomatico COSVN (Central Office of South Vietnam), il presunto quartier generale delle forze comuniste del Fronte di Liberazione nazionale[1]. Le operazioni durarono per circa tre mesi e incontrarono la vivace resistenza delle forze vietcong che sferrarono alcuni violenti attacchi, peraltro respinti con perdite dalle preponderanti forze americane; nonostante questi successi e il grande spiegamento di forze (oltre 40.000 uomini e l'equivalente di tre intere divisioni americane) i risultati furono solo momentanei.
Il nemico sfuggì ancora una volta alla distruzione e riguadagnò in breve tempo le posizioni perdute; del fantomatico, e forse inesistente, COSVN non venne trovata traccia, essendo stato verosimilmente trasferito preventivamente al sicuro in Cambogia.
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